La conferenza mondiale delle donne: Pechino 20 anni dopo
Valeria Fieramonte

 

La Conferenza Mondiale delle Donne che si è tenuta a Milano a Palazzo Lombardia lo scorso settembre è stata pressochè ignorata dalla grande stampa.
Un silenzio che non si può neppure definire assordante, perchè è stato più che altro pressochè totale, almeno se lo si raffronta a qualsiasi evento importante e prestigioso organizzato invece dagli uomini, specie in collegamento con l'Expo (Come anche questo convegno era).

Tutto ciò nonostante all'interno del convegno ci fosse anche una capace e molto agguerrita pattuglia di giornaliste e docenti di comunicazione che hanno saputo analizzare magistralmente, presentando dati e casi, alcuni difetti tipici dei media quando parlano di donne.
Tutte le delegate, anche dall'estero, e talora da paesi lontani, erano presenti a loro spese: non c'erano infatti soldi per pagare viaggi e pernottamenti e nonostante questo la presenza estera è stata nutrita e significativa.
Insomma, anche senza soldi le donne sembrano attrezzate persino per i miracoli e si può ben considerare un piccolo miracolo la ricchezza e importanza dei numerosi dibattiti, dei temi trattati e dei legami creati che si spera durino nel tempo e non si sfilaccino come è avvenuto dopo la Conferenza del '95.

Per questo occorre dare un grazie particolare a due delle infaticabili organizzatrici: Isa Maggi e Anna Maria Gandolfi.
Non erano presenti – va detto – moltissime donne del 'movimento' di Milano: è come se il movimento femminista fosse qualcosa che si muove a strati sovrapposti, spunta da tutte le parti, poi sparisce e riemerge: una specie di fenomeno carsico, fluido come l'acqua, con molta ricchezza di iniziative, anche concomitanti, ma nella più totale assenza di un vero centro.
Alla conferenza non c'è in pratica stato tempo neppure per mangiare: una non stop durata tre giorni in cui era del tutto impossibile, per mancanza del dono dell'ubiquità, poter sintetizzare le tematiche dal basso, ovvero da osservatrici e partecipanti.

Per quanto mi riguarda ho trovato interessantissimo il dibattito sui media e divertenti le immagini: si è potuta vedere un'attrice,  Kate Blanchet, che ripresa dal basso da una telecamera protestava: 'Cosa cercate lì sotto? Non potreste riprendere prima il mio volto?'
Perchè di fatto spesso i registi maschi tendono a sminuire le donne: le riprendono dai piedi e mai di fronte e solo come oggetto decorativo mentre gli uomini sono ripresi di faccia e viene loro subito chiesto quali aspirazioni o programmi hanno eccetera.

Interessante è stato anche il racconto – fatto da Amalia Finzi – consulente scientifico della NASA, su Valentina Tereskova, la prima donna astronauta del mondo. Pochissimi sanno che Valentina si è salvata in pratica da sola: ha scoperto mentre era sulla navicella che i calcoli per il rientro erano sbagliati e li ha corretti lei stessa in volo: per questo è atterrata un giorno dopo e nell'atterraggio si è anche rotta il naso e per fortuna nient'altro.
Dato che ho fatto la giornalista scientifica, ma né io, né i miei 'colleghi' (ho indagato e chiesto) sapevamo di questa vicenda, la scoperta mi ha fatto molto riflettere.

Su come quando si tratta di donne vengano spesso omessi dati importanti, che ne aumenterebbero il merito, e sul più generico fatto che  le donne non solo devono difendersi da sole, ma devono, per sovrappiù, difendersi anche dagli uomini che dicono di proteggerle mentre invece le sfruttano! E tutto avviene in genere nella più completa disinformazione....
  

SCHEDA ESPLICATIVA BREVE
 

La conferenza mondiale delle donne è nata dall'esigenza di riprendere il filo di un discorso che sembrava essersi perso per strada.
E' stata resa possibile - oltre che dall'infaticabilità di alcune organizzatrici - dal fatto che, durante il semestre europeo a Roma il 5 dicembre del 2014 si sono costituiti gli 'Stati generali delle donne', con l'obiettivo di approfittare dell'evento EXPO per riorganizzarsi, dato che ogni donna si può dire sia depositaria di pratiche, conoscenze e tradizioni legate al cibo.
Mi pare si possa dire, che, nonostante il silenzio stampa il tentativo sia riuscito.
Ecco in sintesi gli obiettivi della  Conferenza:

    1. Sensibilizzare politici e pubblici amministratori sul problema dell'occupazione femminile e di organizzazioni aziendali e di lavoro che lascino tempo per le famiglie.
    2. Costruire politiche di contrasto alla violenza maschile sulle donne: la violenza sulle donne ha la stessa matrice della violenza sulla Madre Terra.
    3. Contrastare i matrimoni precoci nei luoghi dove avvengono.
    4. Tentare di raggiunere il tasso di occupazione previsto dagli obiettivi UE per il 2020.
    5. Incoraggiare la presenza di donne in posizione di leadership
    6. Costruire una nuova economia al femminile e un nuovo modello di sviluppo
    7. Sostenere la presenza femminile in tutte le sfere della società
    8. Raggiungere posizioni top senza tradire le altre donne

 
Sito Stati Generali delle Donne 2015

Per i contenuti dei dibattiti rimando al volume in cui saranno raccolti tutti gli interventi.
Qui ve ne presentiamo qualcuno senza pretese di esaustività:

Costanza Panella, Differenze che possono tornare ad avere valore
 

12-10-2015